Cultura e antimafia nella sala giochi che fu del “re dei videopoker” (FOTO)

immobilecampolodi Valeria Guarniera - (foto di Dario Grilletto) - Polvere, terra, disordine. Videogiochi smontati e slot machine distrutte: all'ex Bowling di via Cuzzocrea, nel centro di Reggio Calabria, ci si sporca le mani, i vestiti, il viso. Si cammina in mezzo ai calcinacci e si respira un'aria pesante. Eppure quel luogo non è stato mai così pulito. L'immobile, appartenuto all'ex re dei videopoker Gioacchino Campolo, finito nel mirino della Dda per i suoi rapporti organici con la 'ndrangheta, si prepara a rinascere: da sala videopoker, una delle principali della città, a centro civico polivalente. Parte importante del maxi sequestro del 2008 (circa 330 milioni di euro) e giunto oggi a confisca definitiva, l'ex bowling è affidato e gestito temporaneamente, fino a quando il comune di Reggio Calabria non darà disposizioni definitive, dall'Arci.

immobilecampolobisCultura e antimafia nella sala giochi dell'imprenditore colluso, dunque. Un messaggio importante, un segnale forte per l'intera collettività in un momento in cui il territorio sembra averne davvero bisogno: "Il bene confiscato diventerà una casa comune per i cittadini, per i giovani, per il mondo dell'associazionismo".

immobilecampoloterDavide Grilletto, presidente Arci Comitato Territoriale di Reggio Calabria, punta sul "noi", perché solo facendo rete si possono ottenere risultati importanti: "Il valore morale ed etico dell'associazione è quello di aprirlo a tutta la cittadinanza. L'aspetto più bello è senza dubbio il coinvolgimento di tanti studenti, il loro contributo sta risultando fondamentale. In questo momento sono loro i veri protagonisti". Il riferimento è "Reggio perBene", il progetto realizzato e promosso dall'Arci provinciale di Reggio Calabria in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Calabria e l'ITI "Panella Vallauri", nell'ambito delle iniziative della "Rete per la legalità" lanciata dall'Ente camerale. Così, dallo smontaggio dei videogiochi alla realizzazione di spot e campagne pubblicitarie sul bene confiscato, i ragazzi ci stanno mettendo passione e sudore. Dal primo recupero avvenuto nell'estate del 2015 grazie all'aiuto dei giovanissimi partecipanti del campo antimafia di Libera-Arci Reggio Calabria ad oggi – con in mezzo il passaggio della carovana internazionale antimafie – tanto lavoro è stato fatto. Ma c'è ancora tanto da fare per riprendere un bene che, al momento della consegna, si trovava in condizioni pessime: "La messa a norma, prima di tutto – spiega Davide Grilletto – perché l'immobile, quando siamo entrati, non rispondeva a tanti requisiti fondamentali richiesti dalla legge; l'accessibilità, per eliminare le barriere architettoniche; le uscite di sicurezza. In questa fase le difficoltà maggiori sono queste: reperire i fondi per poter avviare i lavori di ristrutturazione necessari. Parliamo di cifre importanti che la comunità, speriamo, ci aiuterà a raggiungere. Sono tante le realtà, pubbliche e private, che ci stanno dando una mano. E speriamo di ottenere altri risultati anche in questo senso".

immobilecampoloquaterUno spazio libero per l'innovazione sociale, sarà questo l'ex bowling. Un centro civico polivalente, rivolto in particolare ai giovani, in grado di ospitare attività di diverso tipo: formazione permanente; biblioteca-sala studio; social bar; botteghe dell'equo e solidale; corner di imprese etiche; sportelli informativi; eventi culturali; esibizioni artistiche e musicali. E' netto il cambio di rotta. La prospettiva da cui lo si guarda è sicuramente diversa e la frattura è volutamente drastica. C'è un prima, con i tanti giovani che, in un luogo simbolo di illegalità, sprecano il loro tempo e i loro soldi. E un dopo, in cui il tempo diventa un tesoro speso per una crescita individuale e collettiva. L'incompatibilità tra un passato prepotente e un futuro timido ma pulito dà un senso a tutto quanto. Lo spiegano bene i componenti dell'Arci: "L'idea è quella di guidare il visitatore dell'ex bowling attraverso una serie di percorsi che, a diversi livelli, stimolino una riflessione sui due macro-temi di riferimento dell'associazione: l'antindrangheta e l'immigrazione. Disseminare i segni della memoria per indicare una via possibile, il dovere della scelta, il diritto a un'alternativa. Una strategia che non può non puntare fermamente sul valore educativo dell'arte ". Da qui la scelta di dedicare ogni sala del sito ad una vittima di 'ndrangheta e di inserire, parallelamente, dei segni che rimandino al lungo viaggio dei migranti, "incastonando poi nell'arredamento della struttura delle installazioni semipermanenti, da realizzare coinvolgendo il mondo artistico locale e nazionale, utilizzando così le opere come veicolo emozionale di un messaggio profondo".

Un progetto ambizioso per opporsi alle logiche mafiose, per una società aperta e inclusiva in cui i luoghi diventano lo specchio di una comunità che vuole mettersi in gioco, le persone scommettono su altre persone e le idee sono in continuo movimento.

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