Fiumi di droga nelle piazze della Valle dell'Esaro, tra arrestati anche vittima tentato omicidio. Gratteri: "'Ndrangheta ha spostato porti approdo al Nord"

gratterinicolaconferenzastampa600Tra le persone coinvolte nel blitz della squadra mobile di Cosenza che ha decimato un'associazione armata dedita al traffico di droga, c'è anche Marco Patitucci, vittima la settimana scorsa, in Lombardia, di un tentato omicidio. L'uomo era stato rinchiuso in una casa nella zona Monza Brianza, poi data alle fiamme, e ora si trova ricoverato in gravi condizioni. Lo hanno detto gli inquirenti in conferenza stampa.

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"Un traffico di droga capillare che riguardava almeno un quarto della provincia di Cosenza". Così il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri ha definito quanto emerso dalle indagini che hanno portato all'arresto di 45 persone nel corso dell'operazione Valle dell'Esaro.

"Un business - ha affermato Gratteri come riporta l'Adnkronos - connotato da molta violenza perché la famiglia che lo gestiva è una cosca di 'Ndrangheta che opera con pestaggi, cruente spedizioni punitive che abbiamo documentato nel corso dell'attività investigativa. Chi non pagava veniva aggredito con ferocia. Abbiamo un traffico sistematico della cocaina che proveniva dalla provincia di Reggio Calabria e di marijuana. Il controllo del 'loro' territorio era minuzioso. Nessuno poteva andare a vendere droga se non faceva parte della consorteria. Lo spaccio era così diffuso che anche i calciatori e l'allenatore della squadra di calcio del Roggiano Gravina acquistavano stupefacenti dal clan".

Il gruppo ''si riforniva dalla 'Ndrangheta della piana di Gioia Tauro'', spiega il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri al Giornale radio Rai. ''La cocaina arriva sempre via mare, perché le famiglie di 'Ndrangheta la importano all'ingrosso'', afferma Gratteri. Gli ultimi grandi sequestri di stupefacenti nei porti, però, non hanno riguardato il porto di Gioia Tauro. ''Questo perché la criminalità organizzata ha spostato i porti di approdo - spiega ancora Gratteri - in Europa Amsterdam, Rotterdam e Anversa, e in Italia i porti del nord come Genova, Livorno e Venezia. Questo perché Gioia Tauro è molto controllato con tecnologie sofisticate".

"Quando nelle settimane scorse avete sentito parlare di sicurezza per la mia persona, i miei colleghi e il mio ufficio, c'e' stata grande attenzione da parte del ministro degli Interni, in persona, e del capo della polizia Gabrielli, a cui mi lega grande affetto" ha aggiunto.

"Mi fa piacere - ha aggiunto - questa continua e costante attenzione da parte del ministero dell'Interno e del capo della Polizia, che ci sono sempre vicini". Nel mese scorso, notizie riservate su possibili attentati hanno indotto il comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza di Catanzaro a rafforzare le misure di tutela per il procuratore Gratteri.

"Si parla - ha detto il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla - di un contesto di 'ndrangheta agguerrito, di una cosca ben radicata sul territorio e con una forte capacita' di riorganizzazione. Per l'approvvigionamento avevano forti riferimenti a Plati' e nella Piana di Gioia Tauro". "Al vertice del sodalizio che aveva come base il comune di Roggiano Gravina - ha spiegato il capo della Mobile di Cosenza Fabio Catalano - c'erano i fratelli Antonio e Roberto Presta, cugini del boss Franco. L'attivita' che il clan monopolizzava era, prevalentemente, il traffico di droga. Cocaina soprattutto ma anche marijuana e hashish".

All'incontro hanno partecipato anche il direttore della Direzione centrale anticrimine della Polizia Francesco Messina e il direttore dello Sco Fausto Lamparelli.