La Serie A di Tonino Martino: "I 20 mila di Torino li avrei abbracciati tutti"

tonino600di Paolo Ficara - Torta speciale. Tonino Martino si è fatto un meraviglioso regalo, nel giorno del suo 30° compleanno. Ha messo la ciliegina su quella torta chiamata Serie A, con 20 mila tifosi a soffiare sulle candeline in quel caldo pomeriggio del 13 giugno 1999 a Torino. Significa che oggi l'autore del gol di candeline ne spegne 50, e vogliamo essere di nuovo a soffiarle tutte insieme a lui. Anche perché ha scelto di trasferirsi definitivamente a Reggio Calabria.

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Arrivato dal Castel di Sangro, si è distinto da subito per la capacità di ricoprire più ruoli. È stato il jolly di quella Reggina, alternandosi tra difesa e centrocampo. Disponibilità ed umiltà lo contraddistinguono ancora oggi. Per lui, il 13 giugno del 1999 è come se fosse ieri.

20 anni dopo, Tonino Martino racconta i segreti di quella squadra: "Nelle squadre ci sono i giocatori che devono fare la differenza e quelli che devono fare legna. Con gli acquisti del mercato di riparazione e lo spogliatoio unito, ci siamo resi conto di poter dire la nostra. Ci volevamo bene fra di noi. Non si mollava mai, ci si aiutava sempre col compagno. E i risultati venivano. Avevamo fame di arrivare. La città intera ci ha spinto, è stata una felicità immensa. Dopo il sottopassaggio ci guardavamo in faccia. Gli altri capivano che sarebbe stata una giornata dura. Al Granillo eravamo un rullo compressore".

Chissà cosa gli è passato per la testa, durante quella corsa sfrenata dopo il gol dell'1-2: "Sinceramente non ho capito più nulla. Mi immaginavo una felicità immensa. Quella corsa era per il pubblico, avrei abbracciato tutti. Una corsa alla Tardelli, solo che anziché andare verso il campo andai verso la gente. Non mi è mai capitato di avere a disposizione una unità del genere tra squadra e tifoseria, tant'è che ci salvammo anche l'anno dopo in Serie A. Non si vince mai per caso".